Cambiare amministratore di Condominio. Molte volte i condomini sono impazienti!
Nella gestione del bene amministrato, l’amministratore di condominio dovrà, oltre ad amministrare il fabbricato e quindi pianificare e realizzare un’efficiente gestione e manutenzione, coordinare e controllare anche i condomini.
Il condominio è una condivisione forzata di spazi, che, costringe a rapporti interpersonali non correttamente distanziati. Dietro il paravento di presunti interessi materiali s’innescano motivazioni cognitive e relazionali, che, guidano i comportamenti degli interessati. Le problematiche diventano insormontabili si affrontano “questioni di principio” e nascono forti conflitti determinati da disposizioni negative nei confronti dell’altro condomino, che, diviene proiezione di emozioni negative.
Purtroppo l’amministratore di condominio può essere definito un helpers cioè soggetto, che, si interfacciano in situazioni di disagio incolpevolmente, egli rimane coinvolto nello stress condominiale, condizionato da situazioni conflittuali a cui non riesce a rimediare. Incnetivando involontariamente i condomini a cambiare amministratore.
L’amministratore di condominio, se vuole evitare ricadute negative per il suo equilibrio psicofisico nella gestione della propria attività deve avviare un progetto di educazione alla convivenza condominiale e i destinatari del progetto devono essere i condomini, che, a esso prenderanno parte consapevolmente o inconsapevolmente.
Il principale obiettivo del progetto deve essere la costruzione di relazioni positive tra i condomini e tra i condomini e l’amministratore, il quale suo malgrado spesso rimane vittima dei comportamenti devianti dei suoi amministrati.
In ogni caso per la risoluzione delle problematiche condominiali i condomini devono farsi parte attiva o quantomeno collaborativa, le generiche critiche all’altrui gestione non sempre aiutano.
Appare assolutamente inaccettabile l’atteggiamento di deresponsabilizzazione, troppo diffuso tra i condomini. I quali individuano nell’amministratore l’unico responsabile delle carenze gestionali del fabbricato, cercando immeditamente di combiare amministratore!
Il condominio è una comunità e in quanto ente collettivo abbisogna del contributo di tutti per sperimentare una gestione equilibrata e tesa all’interesse comune.
Allora perchè troppo spesso si tende a cambiare l’amministratore di condominio?
Purtroppo il comportamento diffuso nella collettività condominiale contemporanea tende a evitare l’assunzione di responsabilità da parte dei condomini, i quali talvolta sperimentano atteggiamenti manipolatori tesi e a tutelare esclusivamente la propria convenienza e il proprio interesse come se fossero un diritto, senza nessuna considerazione dei limiti che impone la condivisione di un bene comune.
Nel condominio contemporaneo ognuno rivendica esclusivamente i propri diritti dimenticando i doveri che impone la collettività, in una sorta di cieca irresponsabilità.
L’amministratore che cerca di mediare di negoziare la realizzazione degli interessi comuni è visto come un ostacolo alla immediata e indispensabile appagamento del proprio interesse.
Spesso viene considerato amministratore inadempiente.
Quindi si assume un atteggiamento più subdolo non si contrasta di rettamente l’amministratore cercando di revocarlo, ma lo si delegittima costantemente, con un lento logorio, costringendolo così a dimissioni anticipate e volontarie.
Se non si ha la forza di dare avvio a una revoca, si incentivano le dimissioni dell’amministratore di condominio!
Molti degli amministrati conoscono la figura del condomino rivoluzionario che senza alcuna legittima investitura si auto legittima paladino dei condomini disamministrati e fautore dell’immediato cambiamento.Il soggetto nominatosi autonomamente unica espressione degli interessi generali , dichiara guerra all’amministratore di condominio, costringendolo alle dimissioni anticipate.
Come rispondere ai comportamenti manipolatori qui denunciati.
L’amministratore all’interno della collettività condominiale deve ispirarsi a principi di autorevolezza e d’indirizzo; deve elaborare una strategia tesa allo sviluppo di relazioni positive tra le parti. Deve chiarire che egli persegue esclusivamente l’interesse generale, non deve parteggiare per alcuna delle parti, deve ispirare il suo comportamento alla piena legittimità giuridica.
Non deve assecondare atteggiamenti istigatori, manipolatori e oppressori dei condomini, mirando esclusivamente all’interesse generale del condominio. Deve mirare alla negoziazione dei conflitti e al conseguimento di un accordo, che, soddisfi il più possibile tutti i condomini.
Individuando e gestendo le vere ragioni dei conflitti, per lo più psicologiche.