Associazioni amministratori di condominio al Ministero della Giustizia!

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Giovedì 9 Maggio, presso il Ministero della Giustizia ci sarà un incontro tra il Sottosegretario Jacopo Morrone e i rappresentati delle associazioni di categoria degli Amministratori di condominio.

Sono state inviate alla riunione circa 39 sigle associative, tra cui il M.A.P.I, al momento non è stato specificato l’oggetto dell’incontro, ma sicuramente si affronteranno le tematiche più sentite in tema di amministrazione condominiale e si anticiperanno eventuali iniziative governative.

Questo in sintesi il nostro pensiero, che esporremmo se chiamati a relazionare.

Da tempo ci battiamo per il pieno riconoscimento professionale dell’attività di amministratore condominiale e/o immobiliare. Vi è da dire che il Legislatore Italiano ha già fatto dei passi in avanti, in primis con la Legge 4/2013, che, ha notevolmente innovato la regolamentazione dell’attività libero professionale non organizzata in ordini o collegi, tra cui l’attività di amministratore condominiale esercitata da chi non è condomino dello stabile e in seguito con il Decreto Ministeriale 13 agosto 2014 n°140, che ha regolato la formazione degli amministratori professionisti.

Anche se alcune nuove disposizioni legislative appaino inutilmente penalizzanti per coloro i quali amministrano professionalmente.  Come il nuovo articolo 71 Bis delle Disposizioni per l’attuazione al Codice civile, che non impone la formazione né iniziale né periodica all’amministratore nominato tra i condomini dello stabile. La norma in esame crea una effettiva e ingiustificabile disparità tra l’Amministratore professionista formato e aggiornato e l’amministratore interno scelto tra i condomini dello stabile senza alcun obbligo di formazione né di aggiornamento. A scapito dei medesimi condomini.

In ogni, non siamo ideologicamente contrari a un registro nazionale degli amministratori di condominio, purché non si riduca in esperimento di burocratizzazione che imponga esclusivamente nuovi oneri e costi per l’amministratore professionista.

Al contrario il nuovo istituto, senza alcun costo, dovrebbe evidenziare i professionisti aggiornati e iscritti alle associazioni di categoria, riconoscendo un valore aggiunto alle medesime, a scapito degli improvvisatori e i dopolavoristi che gravano di ulteriori problemi la già difficile quotidiana gestione condominiale.

Noi avanziamo la nostra proposta, ossia, la modifica del 14° comma dell’articolo 1129 del Codice Civile prevedendo, a pena di nullità, per l’amministratore l’obbligo all’atto dell’accettazione della nomina e del suo rinnovo di fornire al condominio idonea prova dell’adeguamento agli obblighi di formazione e/o aggiornamento professionale.

A nostro parere non è importante modificare la struttura dei corsi ma rendere effettivo l’aggiornamento degli amministratori di condominio obbligando tutti ad aggiornarsi, impedendo l’acquisizione di incarichi da parte di chi non è formato e aggiornato.

Contrariamente, siamo convintamente contrari alla costituzione di un Albo/Ordine degli amministratori di condominio territoriale.

Alla luce dei principi inseriti nella recente normativa, si deve ritenere che l’idea di creare un nuovo albo degli amministratori di condominio sia un’idea errata e pericolosa, per un sistema che, caso strano per l’Italia, sta sperimentando fattispecie di libero mercato professionale, così inviso ai vecchi e mai sazi e ai nuovi costituendi corporativismi nazionali.

Il paventato albo è  ritenuto da noi un inutile retaggio storico, a parere di chi scrive, in alternativa al vagheggiare idee pericolose,  dovremmo attivarci per sponsorizzare tra i condomini le nuove leggi che regolano la professione di amministratore, la già citata legge 4/2013 e il decreto ministeriale n°140 del 2014, che disciplina  la formazione degli amministratori di condominio e che finalmente, dopo tempo, ha avviato un percorso di dignità e riconoscimento della qualifica professionale.

La professione di amministratore di condominio è stata inventata da pochi pionieri associati, in questa materia le associazioni non possono essere cancellate per legge! Circostanza che, a nostro parere, si realizzerebbe con la costituzione di un Albo!